Abbiamo incontrato Federico Ciompi, ex allievo Master MAI e vincitore del premio Accademia Cinema Toscana 2019 per la miglior musica nel corto Chess Play durante la Giornata del Cinema lo scorso 18 giugno.
Ciao Federico, dicci intanto qualcosa su di te.
Ciao, sono Federico Ciompi, ho 28 anni e abito a Montescudaio, provincia di Pisa.
Sono diplomato al Conservatorio di Livorno e ho conseguito il diploma di insegnamento e concertista alla Normale di Parigi. E grazie al Master MAI attualmente mi dedico alla musica da film.
Partiamo dalla fine: il premio Accademia Cinema Toscana. Di cosa si tratta di preciso?
Lo scorso giugno presso l’ACT (Accademia Cinema Toscana, uno dei partner del Master MAI) si è tenuta la Giornata del Cinema dove sono stati presentati e proiettati tutti i lavori realizzati all’interno dell’Accademia.
Dopo la visione il pubblico (circa 500 persone) è stato chiamato a votare i migliori per tutta una serie di categorie di premio.
Io avevo eseguito due lavori. Uno per Chess Play, (che tra l’altro è un musical quindi ha significato un sacco di lavoro!) e uno per Olive à la Coque.
La cosa che mi ha sorpreso è che sono arrivato primo con Chess Play e anche secondo con Olive à la Coque. Quindi si è trattato di una grande (e doppia!) soddisfazione!
Come hai conosciuto il Master MAI? E perché hai deciso di frequentarlo?
Tornato da Parigi sono andato a studiare col maestro Carlo Palese per due anni presso l’Istituto Musicale Luigi Boccherini di Lucca. Nonostante gli studi però sul pianoforte ho anche affrontato un periodo di crisi, non mi sentivo realizzato né propriamente dentro la musica. Confrontandomi allora col maestro Palese fu lui che mi suggerì il Master Mai, in quanto incrocio tra musica popolare e colta, come percorso ideale anche per coltivare le mie qualità di improvvisatore.
Io c’ho pensato un po’, in quel periodo collaboravo anche alla rete televisiva RTV38, quindi sarebbe stato molto impegnativo seguire anche il Master, ma alla fine poi ho deciso di iscrivermi e frequentarlo.
E devo dire di essere molto contento di averlo fatto, oltre che per il corso, che ho vissuto come una sorta di punto di una partenza, o ri-partenza se vogliamo, anche per la possibilità di entrare in contatto con tantissime persone e professionisti di questo mondo, così da crearmi un importante bagaglio di contatti, opportunità di lavoro e collaborazioni.
Il Master ha corrisposto alle tue aspettative? Era come te lo aspettavi?
Per quanto fossi già preparato a livello teorico grazie al maestro Giuseppe Bruno, a cui devo tutto per quanto riguarda scrittura e composizione, invece per la pratica vera e propria il Master Mai mi ha fornito gli strumenti adeguati per realizzare digitalmente quello che prima facevo solo sulla carta. Il metodo didattico del Master ha anche il merito di farlo sembrare facile e naturale, mentre gli insegnanti sono stati e sono tutt’ora sempre molto disponibili per consigli, domande, trucchi, o qualsivoglia informazione.
Come ti sei trovato con le persone. Docenti, assistenti, addetti, compagni di master?
La cosa bellissima è che si instaura con il personale un rapporto unico e speciale, che va ben oltre il rapporto docente/allievo.
Il Maestro Rapezzi ad esempio è un vero e proprio punto di riferimento del Master, gli si può chiedere qualsiasi cosa, che faccia parte della sua materia specifica o meno. È compositore, ma si occupa anche di mix, mastering, programmazione e molto altro. Ma la stessa cosa vale anche per glia altri, Pietramala o Biasioni, o altri ancora. E poi anche l’esperienza con De Robertis è stata a dir poco illuminante, grazie a lui abbiamo visto realmente come si lavora a un film, in grandi produzioni.
Tutti loro oltre a occuparsi di materie specifiche possiedono anche una vastissima gamma di conoscenze e hanno sviluppato una preparazione quasi omnicomprensiva. Si vede e si sente che provengono tutti dal mondo della musica classica, ma poi hanno acquisito competenze estremamente ampie e variegate.
Lo consiglieresti?
Assolutamente sì. In particolar modo a chi proviene dal mondo della musica. Ma anche con preparazioni diverse gli insegnanti sono in grado di metterti comunque in condizione di apprendere tantissimo.
Certo se provieni dalla musica alcuni passaggi sono di certo più semplici e immediati. Ma si parla di non molto, può bastare giusto qualche lezione di preparazione e poi si può entrare.
Per il resto è aperto a tutti.
Cosa stai facendo adesso? Quali sono i tuoi ultimi lavori?
Due cose che ci tengo a segnalare: la prima riguarda il nostro tutor del CSC (Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma) che si era trovato a ricevere una richiesta per un lavoro che in quel momento non poteva svolgere, e visto che aveva sentito i miei lavori ha chiamato me e me lo ha passato.
E poi una cosa scaturita da una prova fatta qui al Master Mai che ho poi invitato ad Angelo Savelli, regista teatrale. A suo tempo Savelli la ha ascoltato la mia prova e ha deciso di utilizzare una cosa del genere in un suo spettacolo, così mi ha chiamato per andarlo a realizzare.
Cosa diresti agli aspiranti Sound Designer?
Che il Master MAI ti infonde sicurezza, consapevolezza e fiducia nei tuoi mezzi. E come se ti dicesse: “Vai! Puoi andare! Buttati!”
Tra le altre cose mi ha insegnato, anzi fatto capire, l’importanza dei computer e della tecnologia, per confezionare un prodotto “chiavi in mano”, fatto e finito da montare in un film.
E l’importanza della relazione e condivisione con altri professionisti per capire come si lavora, per trucchi, consigli e confronti reciproci.